Le Piante del Taburno





La sommità della Foresta del Taburno è completamente popolata dal faggio, eccetto alcune zone rimboschite con abete bianco, abete rosso, pino nero, larice e douglasia.La faggeta (238,15 ettari), si estende tra le località di Tuoro Alto, Tuoro Verro, Maitiello, Campigliano, Ricongola e presenta una fisionomia molto irregolare nel suo complesso, con piante per lo più coetanee e di età variabile tra i 30 e 90 anni.Sono presenti, inoltre, tratti a novelleto insediatosi lungo i valloni e attorno alle vecchie matricine (residuo del governo a ceduo).In tutta la foresta il faggio è stato utilizzato in passato per la produzione di carbone, infatti, si rinvengono sulle pendici, numerose piazzole ove venivano allestite le carbonaie. Pratica che, fino agli anni '60 del secolo scorso (i tagli nella faggeta non sono eseguiti da circa 50 anni), ha condizionato la fisionomia attuale dei popolamenti di faggio.All'interno della faggeta mista sono presenti nuclei del subendemico Acero, Castagno,  cappadocicum subsp. lobelii e subordinati Acer pseudoplatanus, Acer obtusatum, Castanea sativa, Carpino, Sorbo, Larice, Noce e Ontano.L'abete bianco (Abies alba), è stato introdotto nel 1838 e piantato in varie epoche fino ai primi anni '80 del secolo scorso. L'età media si può stimare tra i 50 e i 70 anni ma esistono piante che hanno raggiunto e superato il secolo e piante giovani al di sotto dei 25-30 anni. I nuclei più importanti sono compresi tra le quote 1000 e 1200 al di sopra dell'ex-hotel e intorno alla strada provinciale che congiunge la casermetta Caudio a Frasso Telesino, lungo la strada per Piano Melaino (dove l'abetina  deriva dalla trasformazione della preesistente faggeta mediante sottopiantagione) e in località Sambuco. Nuclei più piccoli e piante isolate sono sparsi all'interno della faggeta anche a quote più elevate. L'abetina pura (85% abete e 15% faggio) si estende per 16,84 ettari, mentre quella mista al faggio si estende per 87,31 ettari.L'estensione attuale dell'abetina dipende anche dagli eventi meteorici trascorsi, in particolare ad una tromba d'aria che nel 1974 provocò la caduta di circa 10.000 piante. Schianti dovuti in buona parte alla precarietà dei popolamenti di abete bianco a causa sia della densità eccessiva dei giovani popolamenti (mai diradati) sia della diffusione in tutta l'abetina dell' Heterobasidium annosum, fungo agente del marciume radicale. La rinnovazione dell'abete risulta assente nei popolamenti puri, presente in popolamenti misti con il faggio in prossimità delle buche create dagli schianti. Qui comunque, la rinnovazione in massa del faggio tende a soppiantare quello delle altre specie. Sulle pendici esposte a meridione della Foresta Demaniale (contrada Porcaprena) il soprassuolo è formato prevalentemente dal faggio alle altitudini maggiori e nelle esposizioni più fresche, mentre scendendo di quota la composizione cambia a favore del carpino nero, orniello, roverella, carpinella, acero napoletano, acero campestre e leccio. Quest'ultimo si ritrova principalmente sulle rupi calcaree del Cantariello e tra i 650-1000 m di altitudine nelle esposizioni più calde. Alle quote più basse queste formazioni si intersecano con gli uliveti. Sempre sui versanti meridionali del Monte Taburno, insiste una  vasta rupe rocciosa compresa tra
le quote di 400 m e 1300 m, solcata dal Vallone Calascione, dal Vallone S. Simeone, dal Vallone Oscuro, dal Vallone del Figliuolo, dal Vallone Baccoli ed altri minori. Qui la vegetazione è rappresentata da formazioni di varia altezza e copertura la cui composizione specifica varia con la profondità del suolo e l'esposizione, dal basso verso l'alto troviamo: gruppi di orniello, roverella e carpini, aceri e faggi isolati con sottobosco arbustivo e formazioni rupicole di leccio.
le quote di 400 m e 1300 m, solcata dal Vallone Calascione, dal Vallone S. Simeone, dal Vallone Oscuro, dal Vallone del Figliuolo, dal Vallone Baccoli ed altri minori. Qui la vegetazione è rappresentata da formazioni di varia altezza e copertura la cui composizione specifica varia con la profondità del suolo e l'esposizione, dal basso verso l'alto troviamo: gruppi di orniello, roverella e carpini, aceri e faggi isolati con sottobosco arbustivo e formazioni rupicole di leccio.In località Porcaprena per un'estensione di circa 20 ha sono stati eseguiti a partire dagli anni '50 del secolo scorso rimboschimenti di conifere (pino domestico, pino d'Aleppo, cipresso piramidale, cipresso dell'Arizona, cedri) e di latifoglie (leccio, roverella, carpino e orniello).
Nel sottobosco sono presenti vari funghi tra i quali:porcini, chiodini,lattari, virni, mazze di tamburo, etc.. Per non parlare, poi, degli asparagi selvatici, delle bacche di rosa canina delle bacche di biancospino e di prugnolo.Lo strato arbustivo è presente ai margini della faggeta e ai vertici dei piccoli rilievi rocciosi. Ci sono piccoli gruppi di agrifoglio (Ilex aquifolium) anche con ceppaie che presentano polloni di 20-25 cm di diametro a petto d'uomo e 10-12 m di altezza (in località Piano Cuponi, Fosso Ricongola)mentre nei pascoli sottostanti Tuoro Verro invece le piante di agrifoglio vegetano allo stato isolato.La faggeta è spesso accompagnata a densi tappeti di Allium ursinum. Inoltre si rinvengono: Anemone apennina, Ranunculus lanuginosus, R. ficaria, Campanula trachelium, Geranium versicolor, Geranium robertianum, Mercurialis perennis, Viola reichembachiana, Ruscus aculeatus, Hedera helix, Adoxa moschatellina, Sanicula europea, ecc.


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