...di Guido Buono.
Dopo la faticosa ascesa alla Croce del Monte Taburno di ieri, 24
Aprile, Mario era alquanto scettico sulla voglia di uscire di nuovo stamani,
con i nuvoloni gonfi di pioggia che minacciavano ulteriori rovesci accompagnati
da un forte calo della temperatura. Quando mi è arrivato il messaggio “Trek, c'è qualcuno che è
disposto a “prendersi altre secchiate d’acqua stamattina” ? , io che non ero
andato sulla Croce, gli ho subito risposto che ero pronto e lo avrei aspettato
al bar di Vincenzo per un caffè.
Quando sono arrivato al bar, slalomando tra le poche
temerarie bancarelle di ambulanti che avevano “aperto”, ho notato che non c’era
nessuno, ma di lì a poco, sono apparsi con il nostro Presidente del Trekking
Taburno Montesarchio, Mario Cecere, gli amici Armando Coletta, fotografo
dell’associazione, Enzo Damiano, Nunzio De Masi e Giovanni Savinelli.
Dopo aver parcheggiato in Piazza Umberto I, ci siamo avviati
sotto la pioggia, protetti da keeway,verso Via Santo Spirito.
Inerpicandoci per la stradina del Latovetere, conosciuta
come “Madonna Vittoria” in riferimento all’omonima chiesetta da decenni
sconsacrata, abbiamo oltrepassato una delle porte del Latovetere, il nucleo
abitativo più antico di Montesarchio dopo Caudium. La salita era stata in
alcuni punti proibitiva e Giovanni e Mario, ma a turno anche Nunzio e Vincenzo,
mi hanno “sollevato” e aiutato a superarla.Una sosta all’antichissimo rudere di un cimitero “pensile”
che custodisce alcuni teschi, dove, purtroppo, abbiamo dovuto constatare
l’abbandono del sito assalito da erbacce, poi ci siamo recati sul piazzale
antistante la Torre. La pioggia sempre più insistente e fitta e gl’impegni di
lavoro per qualcuno ci hanno suggerito di variare l’itinerario ed avviarci
direttamente a Cirignano, frazione di Montesarchio, per visitare l’antico
acquedotto romano.Così dopo poco tempo, abbiamo avuto il grande piacere di
scendere nell'acquedotto, sito in località Lagna.Siamo letteralmente rimasti affascinati dalla mirabile opera
d'ingegneria, voluta, secondo gli storici dal Console romano, Pomponio Rufo,
per alimentare le fontane del borgo, l'antica Caudium e le terme lungo il lato
destro di Via Napoli, in località "Miglio". L'ingresso all'acquedotto
è protetto da una porticina in ferro con lucchetto, perché il sito ricade nel
terreno di una proprietà privata.Dopo alcuni scalini, abbiamo imboccato una stretta galleria,
larga appena una sessantina di cm, con la volta perfettamente sostenuta da
manufatti in terracotta (la zona di Montesarchio in Località
Pagliarone-Sferracavallo-Treponti è ricchissima di argilla); essa conduceva
dopo una trentina di metri ad un locale più ampio con la volta a cupola, una
vasca di raccolta e distribuzione poco profonda a forma circolare, in cui
confluivano le limpide acque di due sorgenti, sempre protette da stretti
cunicoli con archi splendidamente realizzati con manufatti di terracotta. Dalla
vasca circolare di raccolta l'acqua è convogliata in un altro cunicolo, più
ampio, che alimentava oltre duemila anni fa le anzidette Caudium e le sue Terme
ed ora una vecchia fontana del borgo.Nelle volte dei cunicoli, saldamente attaccati, ci
sbirciavano curiosi gli occhietti di alcuni pipistrelli.
Mario ci ha fatto notare che al di sopra della struttura
d’ingresso c’erano delle feritoie di areazione attraverso cui i pipistrelli ( “
i scurpigliuni” della nostra infanzia che con i loro voli, le virate improvvise
e le planate ci atterrivano, temendoli noi perché secondo una immotivata
credenza,con le loro zampe alate essi ci
potevano “segare” la faccia).Siamo tornati a casa
un po' bagnati, ma con il consueto sorriso sul volto, di chi si è divertito e
non ha sprecato il proprio tempo.