25 Aprile 2016 - Trekking urbano a Montesarchio per la Festa della Liberazione: emozioni, solidarietà, scoperte e riscoperte...



...di Guido Buono.
Dopo la faticosa ascesa alla Croce del Monte Taburno di ieri, 24 Aprile, Mario era alquanto scettico sulla voglia di uscire di nuovo stamani, con i nuvoloni gonfi di pioggia che minacciavano ulteriori rovesci accompagnati da un forte calo della temperatura. Quando mi è arrivato il messaggio “Trek, c'è qualcuno che è disposto a “prendersi altre secchiate d’acqua stamattina” ? , io che non ero andato sulla Croce, gli ho subito risposto che ero pronto e lo avrei aspettato al bar di Vincenzo per un caffè.
Quando sono arrivato al bar, slalomando tra le poche temerarie bancarelle di ambulanti che avevano “aperto”, ho notato che non c’era nessuno, ma di lì a poco, sono apparsi con il nostro Presidente del Trekking Taburno Montesarchio, Mario Cecere, gli amici Armando Coletta, fotografo dell’associazione, Enzo Damiano, Nunzio De Masi e Giovanni Savinelli.
Dopo aver parcheggiato in Piazza Umberto I, ci siamo avviati sotto la pioggia, protetti da keeway,verso Via Santo Spirito.
Inerpicandoci per la stradina del Latovetere, conosciuta come “Madonna Vittoria” in riferimento all’omonima chiesetta da decenni sconsacrata, abbiamo oltrepassato una delle porte del Latovetere, il nucleo abitativo più antico di Montesarchio dopo Caudium. La salita era stata in alcuni punti proibitiva e Giovanni e Mario, ma a turno anche Nunzio e Vincenzo, mi hanno “sollevato” e aiutato a superarla.Una sosta all’antichissimo rudere di un cimitero “pensile” che custodisce alcuni teschi, dove, purtroppo, abbiamo dovuto constatare l’abbandono del sito assalito da erbacce, poi ci siamo recati sul piazzale antistante la Torre. La pioggia sempre più insistente e fitta e gl’impegni di lavoro per qualcuno ci hanno suggerito di variare l’itinerario ed avviarci direttamente a Cirignano, frazione di Montesarchio, per visitare l’antico acquedotto romano.Così dopo poco tempo, abbiamo avuto il grande piacere di scendere nell'acquedotto, sito in località Lagna.Siamo letteralmente rimasti affascinati dalla mirabile opera d'ingegneria, voluta, secondo gli storici dal Console romano, Pomponio Rufo, per alimentare le fontane del borgo, l'antica Caudium e le terme lungo il lato destro di Via Napoli, in località "Miglio". L'ingresso all'acquedotto è protetto da una porticina in ferro con lucchetto, perché il sito ricade nel terreno di una proprietà privata.Dopo alcuni scalini, abbiamo imboccato una stretta galleria, larga appena una sessantina di cm, con la volta perfettamente sostenuta da manufatti in terracotta (la zona di Montesarchio in Località Pagliarone-Sferracavallo-Treponti è ricchissima di argilla); essa conduceva dopo una trentina di metri ad un locale più ampio con la volta a cupola, una vasca di raccolta e distribuzione poco profonda a forma circolare, in cui confluivano le limpide acque di due sorgenti, sempre protette da stretti cunicoli con archi splendidamente realizzati con manufatti di terracotta. Dalla vasca circolare di raccolta l'acqua è convogliata in un altro cunicolo, più ampio, che alimentava oltre duemila anni fa le anzidette Caudium e le sue Terme ed ora una vecchia fontana del borgo.Nelle volte dei cunicoli, saldamente attaccati, ci sbirciavano curiosi gli occhietti di alcuni pipistrelli.
Mario ci ha fatto notare che al di sopra della struttura d’ingresso c’erano delle feritoie di areazione attraverso cui i pipistrelli ( “ i scurpigliuni” della nostra infanzia che con i loro voli, le virate improvvise e le planate ci atterrivano, temendoli noi perché secondo una immotivata credenza,con le loro zampe alate essi  ci potevano “segare” la faccia).Siamo  tornati a casa un po' bagnati, ma con il consueto sorriso sul volto, di chi si è divertito e non ha sprecato il proprio tempo.