24 Gennaio 2016 - Vitulano: alla riscoperta dei ruderi della Badia di Santa Maria in Gruptis

I ruderi della Badia Benedettina di Santa Maria in Gruptis, situati in una posizione meravigliosa nello spacco di montagna tra Solopaca e Vitulano, rappresentano da sempre la testimonianza di un passato ricco di storia e di leggende. L’abbazia ha origini remote; fu fondata tra il 940 e il 944 dal principe longobardo di Benevento Atenulfo II o Atenulfo III. Il monastero, nei secoli passati, aveva sotto il proprio dominio innumerevoli beni sotto forma di feudi inscritti in zone anche lontane, come Capua e Pontecorvino. Sia per lo stato di degrado in cui si trovava, che per i continui assalti dei briganti, nella visita pastorale del 1705, il cardinale Orsini sconsacrò l’abbazia, ordinandone l'abbandono. Essa, oggi, sorge nel territorio di Vitulano ma, secondo la divisione demaniale del 1853, è sotto l'amministrazione del Comune di Foglianise. 







































































Attualmente rimangono visibili solo dei ruderi, ma nonostante questo si riesce facilmente a ricostruire la conformazione originaria: oltre alla torre e alle mura esterne (gli elementi meglio conservati), si trovano i resti della chiesa (in asse con l'ingresso principale e a ridosso del precipizio), delle cantine e delle aree destinate ai frati (a destra della chiesa), unite ad una serie di altri ambienti di collegamento, come alcune rampe di scale conservate relativamente bene.
A causa del crollo di quasi tutte le coperture (gli unici ambienti coperti sono la torre quadrata e qualche stanza, soprattutto quelle ricavate nelle grotte carsiche) la struttura è completamente invasa da alberi e arbusti, in un modo talmente uniforme che sembra quasi che siano le rovine a dover faticare per preservare il proprio "spazio vitale", e non viceversa. Proprio per questo, la gran parte delle costruzioni è completamente celata allo sguardo, dando l'impressione, da lontano, che il luogo sia privo di qualsiasi interesse. Ed è proprio questa presunta mancanza di interesse che ci ha spinto ad un'osservazione ravvicinata, perchè, per dirla in parole povere, volevamo toglierci il
dubbio.