20 Dicembre 2015 - Trekking a Foglianise fino all'Eremo di San Michele con l'Associazione Turistica Pro-Loco Foglianise "Ugo Pedicini"

L'Eremo di San Michele sul Monte Caruso a Foglianise trasmette da oltre 1.200 anni il culto dell'Arcangelo tra le nostre popolazioni. Il culto micaelico si diffuse nel Sannio grazie ai longobardi, convertiti al cristianesimo nel VII secolo grazie alla preziosa opera di evangelizzazione svolta da San Barbato vescovo di Benevento.
Con il passare del tempo la grotta fu arricchita nel 1587 di una campana che porta l'immagine della Vergine Annunziata. Nel seicento la chiesa si presentava ad una sola navata con sei altari. A San Michele è dedicato l'altare maggiore dove fu collocata la statua dell'Arcangelo realizzata in pietra del Gargano.
Il Piperno, celebre pittore beneventano, affrescò la grotta con i suoi dipinti, realizzando il Salvatore, la Vergine Maria e San Giovanni. Papa Clemente VIII e Papa Clemente XI concessero indulgenze ai visitatori della grotta.
Nel 1692 il Cardinale Vincenzo Maria Orsini visitò una prima volta la grotta e vi fece ritorno il 16 novembre 1707 per consacrare l'altare e benedire la campana, e nel 1727, già Papa col nome di Benedetto XIII, quasi ottantenne, vi fece ancora ritorno.
Negli anni successivi altri pastori beneventani saliranno all'eremo: i Cardinali Serafino Cenci, Francesco Maria Banditi, Domenico Carafa ed altri ancora. Con l'unità d'Italia il santuario fu conteso tra popolo, clero e amministrazione comunale di Foglianise e Vitulano. La controversia finì in tribunale.
Il cardinale Carafa stabilì che la festa dell'8 maggio fosse attribuita a Foglianise e quella del 29 settembre a Vitulano. Dal 1869 entrambe le feste sono attribuite a Foglianise.
Fino al 1949 l'eremo fu custodito da un eremita. In seguito ai bombardamenti americani della seconda guerra mondiale e i terremoti del 1962 e del 1980 l'eremo, reso inagibile, è stato chiuso al culto.
Negli ultimi anni sono stati effettuati significativi lavori di restauro che hanno permesso il ripristino del culto.
Anche il poeta Basilio Giannelli (1662-1716) nativo di Foglianise ricordò in una lirica questa meta di pellegrinaggio e di fede: “Né lascerò di celebrar lo speco / ove il duca degli angeli s'adora / ove ebbe udito il sordo e vista il cieco / onde il popol vicin tutto l'onora”.











































































































































































































Eremo di San Michele
I Longobardi fecero erigere nel loro regno diverse chiese dedicate all’Arcangelo Michele il quale aveva per loro caratteristiche simili a Odino, dio della guerra. L’elemento che le accomuna è che si trovano tutte in zone montuose e sono edificate su grotte carsiche con presenza di acqua. A Foglianise l’eremo è costruito sul monte Caruso, protetto da pareti rocciose ed esposto verso sud. Fu eretto su grotte carsiche su due livelli, intorno all’XI secolo. Nella grotta superiore fu edificata la chiesa con l’altare dedicato a San Michele, e nella grotta inferiore furono costruite le celle per gli eremiti. Nel XV secolo furono aggiunte la sagrestia e la Cappella delle reliquie e sulla facciata fu montato il portale in pietra. Particolarmente interessante è il sistema per la raccolta delle acque: attraverso canali scavati nella roccia l’acqua arriva a due vasche di raccolta, in pietra, una collocata nella grotta superiore e un’altra, che funge da pozzo, in quella inferiore. Sono presenti due porte di accesso, una sul lato est ed una sul lato sud, costruite per mettere a tacere la disputa tra il popolo di Foglianise e quello di Vitulano sulla proprietà dell’eremo. Al Santo Michele sono attribuiti numerosi miracoli, come aver fermato con la sua spada un enorme masso (preta ‘u Tulariello, così chiamata perché somigliante ad un telaio), staccatosi dalla montagna e che avrebbe completamente distrutto l’antico abitato di Foglianise. Recentemente il sito è stato oggetto di lavori per il recupero architettonico e la valorizzazione culturale e turistica. Obbligatoria la sosta, a circa metà strada tra le ultime case del paese e l’Eremo, alla Pietra Santa, con preghiera e bacio della Croce ivi impressa. Secondo la tradizione, su quella pietra si riposò nel 1707 il cardinale Vincenzo Maria Orsini, poi Benedetto XIII, stanco per la faticosa scalata.