28 Agosto 2016 - "Furculae Caudinae"...ancora emozioni per il "Vado della Portella"



“Furculae Caudinae” di Guido Buono


Ancora ….emozioni vissute durante le escursioni organizzate dalla Taburno Trekking Montesarchio.



Come “Gnu” che, nella Piana di Serengeti, attirati da nuovi pascoli, rischiano di perire perché costretti ad attraversare l’unico guado esistente nelle acque infide, limacciose e vorticose del fiume Grumeti, così, sul Taburno, una mandria di mucche e buoi, costretta ad attraversare la c.d. “Montagna Spaccata”, l’unico percorso che porta ai pascoli: una strettissima fenditura tra pareti rocciose a picco, sita nel territorio del Comune di Tocco Caudio, nel Parco Regionale Naturale  Taburno-Camposauro, e nota come il “Vado della Portella” , perché a monte il passaggio poteva essere impedito all’occorrenza dagli allevatori con una “porta di legno”.



Proprio così: quando io e Mario Cecere - il nostro Presidente – ci siamo inerpicati tra le balze rocciose, che portavano alla “Montagna Spaccata”, ci siamo trovati di fronte ad uno spettacolo unico ed emozionante e, allo stesso tempo, spaventoso! Lo strettissimo passaggio costringeva la mandria a passare incolonnati per uno. (Si narra di una mucca gravida che rimase bloccata nel punto ancora più stretto e che fu liberata dagli allevatori con delle corde e con grande fatica!).



Mentre stavamo valutando quale percorso più agevole scegliere, siamo rimasti letteralmente inebetiti di fronte al possente capo-mandria: ci guardava con i suoi occhioni, perplesso sui nostri movimenti, come a significare “ma dove credete di andare?”. Non ancora avevamo capito la complessità della situazione: il capo mandria era seguito da decine e decine di capi bestiame, ognuno in attesa che quello che li precedeva si muovesse.



In un attimo io e Mario ci siamo resi conto del possibile pericolo: dovevamo assolutamente e velocemente spostarci da ciascuno dei due percorsi alternativi. Rapidamente abbiamo raggiunto un punto di sicurezza, addossati ad una parete rocciosa. Mai ero stato così veloce nei movimenti!

Appena in tempo, perché dopo qualche attimo è successo l’incredibile: mentre il capo mandria si stava avviando lentamente, una mucca, spaventatasi, ha tentato di invertire la direzione, scontrandosi, in tal modo, con il resto della mandria che stava attraversando la strettoia.



Travolto dagli altri capi, la mucca, rivoltandosi più volte in un tramestìo spaventoso di potenza, di zoccoli puntati sugli speroni rocciosi, di tonfi terrificanti, è riuscita a divincolarsi; si è precipitata lungo la scarpata con l’agilità di un camoscio e, all’altezza del sentiero, dove erano rimasti come impietriti gli altri escursionisti non del tutto consapevoli di ciò che stava succedendo, con un balzo incredibile ha superato un’alta rete di recinzione ed è scomparsa alla nostra vista.

Mario, agitatissimo per il pericolo incombente, ammoniva gli altri ad alta voce a tenersi lontano dal punto di passaggio degli animali.

Noi due siamo rimasti tutto il tempo incollati alla parete.



Quando tutto si è calmato, l’intera mandria, formata da una trentina di capi, compresi tre vitellini particolarmente agili tra quegli stretti sentieri, ha attraversato compostamente l’angusto anfratto dirigendosi al pascolo.

Accertatici che nessun animale si trovasse più sul sentiero, abbiamo anche noi superato il tratto, io letteralmente sollevato dal basso da Mario e in alto dalle robuste braccia di Rosaria (sic!) e di Enzo Damiano.



Di lì a poco, in una radura abbiamo consumato un frugale pasto, dividendoci, come di consueto, tutto quello che di commestibile avevamo negli zaini e, dopo un minuto di assoluto raccoglimento, tenendoci per mano, abbiamo rivolto come di consueto con la voce di Eugenio, la nostra guida, un pensiero ai nostri cari defunti, ai terremotati dell’ Italia centrale, a tutti coloro che soffrono per guerre, fame e malattie, alla Natura che amiamo, allo spirito di solidarietà che ci unisce.