23 Ottobre 2016 - Dalla cresta Est alla Croce a 1394 mt. passando per "Chianezza"

Spesso alla base delle croci si trova una cassettina in cui è contenuto il libro di vetta, un quaderno su cui gli escursionisti possono lasciare un messaggio del loro passaggio in vetta. Ogni escursionista vede nella montagna un valore quasi mistico che deriva dalla maestosa bellezza di questi luoghi; essa è simbolo di purezza, posto incontaminato e le sue vette rappresentano la vicinanza al cielo, un posto al di sopra di tutto. La montagna sa toccare e far vibrare l’animo umano, riempiendolo di emozioni e sensazioni profonde ed intime, tant’è che John Ruskin le definì “le grandi cattedrali della terra, con i loro portali di roccia, i mosaici di nubi, i cori di torrenti, gli altari di neve, le volte di porpora scintillanti di stelle” per sottolineare la spiritualità laica della montagna, che è un inno alla magnificenza della Natura e ben lungi da ogni religione. Il diffondersi delle Croci di Vetta è avvenuto con la cristianizzazione delle valli alpine, che ha portato a installare simboli cristiani dapprima lungo sentieri, pascoli, villaggi, ecc che sono entrati a far parte integrante del paesaggio, fin ad arrivare in vetta. Da qui le controversie tra visione laica e religiosa delle vette: i primi le vedono come una mancanza di rispetto ed arroganza verso i non cattolici, i secondi come un ringraziamento a Dio. Ognuno è libero di interpretare la vetta e l’arrivo lassù, secondo il suo spirito … l’importante è rispettare sempre questi luoghi e chi vi giunge con noi o dopo di noi.