Alle falde del monte
Camposauro, vi sono numerosi affioramenti di brecce calcaree policrome,
di calcari sbrecciati e di alabastri calcarei che nell’insieme prendono
il nome di “MARMI DI VITULANO”. Anche se questi marmi furono sfruttati
sin dall’antichità, solo nella seconda metà del XIX sec. vi fu un più
razionale uso delle cave esistenti che, all’epoca, erano ben sei situate
tra i comuni di Cautano e Vitulano. I marmi di Vitulano sono stati
usati sin dall’antichità imponendosi in tutto il mondo tanto che Carlo
di Borbone (XVIII sec.), re di Napoli, se ne si assicurò l’uso e il
Vanvitelli lo utilizzò per comporre il sontuoso “scalone d’onore” nella
Reggia di Caserta, di Napoli e di Portici. Inoltre, tra gli altri
impieghi si annovera: il Duomo , il Museo Nazionale e la Borsa di
Napoli; in Roma venne utilizzato nella cappella Torlonia di S. Giovanni
in Laterano e nella chiesa dei SS. Apostoli; la Camera di Commercio e la
Posta Centrale di Benevento e nelle chiese dalla Valle Vitulanese.
Intorno alla fine del XIX sec. Furono esportati anche in Francia, Nord
America, Inghilterra, Australia e, come è noto, per rivestire le Guglie
del Cremlino in Russia nel 1922.